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Smart working in un borgo italiano: perchè no?

Racconti, idee e consigli di Agnese
smart working borgo italiano
Quando ti capita qualcosa di imprevisto, devi girare la testa e vedere se si può trasformare il tutto in una opportunità. (Alex Zanardi)

Il Covid-19 ha rivoluzionato il nostro modo di viaggiare così come tutti gli altri aspetti della nostra nostra vita, non ci sono dubbi, ponendoci di fronte ad un’incertezza costante ma imponendoci allo stesso tempo una flessibilità mentale senza precedenti, “costretti” a vedere la realtà da altri punti di vista, probabilmente a noi sconosciuti finora. Il lockdown ci ha fatto rivalutare l’importanza degli spazi, dei rapporti umani, della socialità e dell’aria aperta. Inoltre le nostre vite sono state rivoluzionate dal diffondersi dello smart working, sopraggiunto anche nelle case dei più imperterriti affezionati all’ufficio. Io a questo ero già abituata, in realtà.

Ed è stata proprio la nostra vita lavorativa a risentire maggiormente di questi mesi difficili, di questo anno sfidante, da chi un lavoro non lo ha più, a chi ne ha fin troppo, a chi si è dovuto adattare ad uno stile lavorativo del tutto diverso e quasi ancora tabù per tante aziende italiane nel periodo pre-Covid.

La pandemia ha aperto nuovi scenari di stili di vita: rallentare, vivere più a contatto con la natura, conciliando affetti, lavoro e tempo libero. Abbiamo imparato a ritemprare mente e spirito nella natura, lavorando in riva al mare o dal giardino della propria casa. Un bel modo per uscire dalle proprie abitudini e zone di comfort e ripensare ad uno stile di vita diverso che ci permetta di conciliare il nostro lavoro e la possibilità di svolgerlo da remoto, in un luogo che ci piace e che magari ci avvicina anche a noi stessi.

LO SMART WORKING RIPOPOLA I BORGHI

Anni fa ho lasciato un porto sicuro, fatto di stipendio fisso e contratto a tempo indeterminato, per un’esperienza professionale molto più incerta e in salita. Ho fatto del “nomadismo digitale” uno stile di vita più che una singola esperienza e, prima che tutta questa situazione ci costringesse alle mura domestiche, mi piaceva lavorare da posti diversi in Italia o all’estero.

E come me, ormai in molti stanno rivalutando la possibilità di lavorare da luoghi finora considerati pura meta di vacanze (o la patria di origine per molti lavoratori “migrati” altrove). Si fa sempre più strada un’idea, quella della ripopolazione dei borghi italiani grazie proprio a un nuovo modo di lavorare. Sapevi che il 72% dei comuni italiani (sono 8mila in totale) conta oggi meno di 5mila abitanti?

Sparsi in tutto il territorio nazionale ci sono borghi molto piccoli, che purtroppo stanno scomparendo o sono già stati ampiamente abbandonati. Un patrimonio storico che però può ritrovare vita grazie alle nuove tecnologie digitali, che consentono di vivere e lavorare in queste piccole realtà (ne ha parlato anche IlSole24Ore).

Del resto si parla praticamente di lavoro da remoto ogni giorno, allora perché non fare smart working in un borgo italiano? Nelle vite degli italiani sta iniziando a emergere sempre di più l’idea di uno stile di vita lontano dai circuiti cittadini e in questo modo potremmo ripopolare vecchi borghi abbandonati e abitati da poche persone.

Questo permetterebbe di trovare nuovi equilibri tra grandi città e borghi storici che pur mantenendo la loro valenza agricola e autenticità, si stanno pian piano aprendo alla tecnologia, con reti wifi e fibra, cosicché le persone possano rimanere connesse e i borghi, a loro volta, possano diventare luoghi di studio e di ricerca, d’arte e cultura, luoghi vissuti.

Un processo che abbatte anche i costi, promuovendo al contempo un’economia sostenibile e digitale.

ALLA RICERCA DEL TUO BORGO IDEALE

L’Italia si sa, è un continuo sorprenderci con luoghi e borghi piccoli e sconosciuti, una crocevia di arte, storia e cultura che va ben oltre le più note città storiche. Piccoli e incantevoli borghi che purtroppo non sono più adatti per abitarci.

Tuttavia, già dalla scorsa estate, abbiamo assistito alla nascita del trend secondo il quale tanti piccoli comuni hanno intravisto l’opportunità di ripopolarsi cercando di preservare la propria identità e aprendosi al contempo al turismo.

Basti pensare a regioni come l’Umbria e la Toscana, o anche l’entroterra ligure. Per non parlare del sud…E infatti si sente parlare sempre più del fenomeno del “south working” che ha, come obiettivo, il ripopolamento di piccoli paesi in Campania, Puglia, Basilicata e Molise ad esempio. E così, già diversi comuni si stanno attivando per digitalizzarsi, creare nuove infrastrutture e servizi in modo da attrarre questo nuovo target di lavoratori sempre più diffuso anche in Italia.

In Cilento dove trascorro solitamente le mie estati, ce ne sono diversi, tra cui secondo me meritano di essere nominati il pittoresco borgo di pescatori di Acciaroli e il comune di Pollica che è la capitale mondiale della dieta mediterranea dal momento che proprio lì, nel borgo marinaro di Pioppi, ha soggiornato, vissuto e studiato Ancel Keys, l’epidemiologo statunitense che ha scoperto il nesso diretto tra regime alimentare e stile di vita e patologie cardiovascolari. Come non menzionare il più famoso borgo di Castellabate, davvero incantevole!

I borghi non mancano e gli ingredienti di uno stile di vita sano e lento ci sono davvero tutti: un mare cristallino bandiera blu da anni, una natura selvaggia e incontrastata, terra di longevità e dal ritmo lento.

Cilento

Spostandosi verso il centro Italia e più precisamente in Umbria, questa estate ho visitato tantissimi borghi meravigliosi tra cui il famoso e suggestivo borgo di Bevagna dove il tempo sembra essersi fermato. Basta una breve passeggiata per immergersi nella sua atmosfera antica, tra botteghe di artigiani, stradine lastricate e case in pietra. Nel cuore di questo borgo troviamo una delle piazze medievali più affascinanti di tutta Italia, Piazza Silvestri, che mi ha davvero stregata e rapita per la sua immensa bellezza. Una vera chicca!

Bevagna

E ancora il piccolissimo borgo di Collepino, frazione del comune di Spello, con la sua splendida piazzetta, dove ho pranzato dopo una mattinata di trekking sul Monte Subasio, da cui si gode un’incantevole vista sulla Valle Umbra, da Spoleto a Foligno. Pensa che questo comune ha solo 36 abitanti e 2 attività commerciali, anche se in estate si anima di persone in cerca di aria fresca e di sentieri per passeggiare.

Collepino. Fonte: https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g672717-d3411504-Reviews-Borgo_Antico_di_Colle_Pino-Spello_Province_of_Perugia_Umbria.html

E ancora, spostandoci nelle Marche, il bellissimo borgo di Cingoli, in provincia di Macerata, che si erge sul lato orientale del Monte Circe. É conosciuto come il Balcone delle Marche per la splendida vista che spazia dal Mar Adriatico al promontorio del Conero fino al Gran Sasso. Un luogo magico dove godere del verde dei rigogliosi boschi in cui è immerso.

Cingoli. Fonte: https://siviaggia.it/borghi/cingoli-borgo-balcone-marche/287011/

Questi sono solo alcuni dei borghi italiani più noti e conosciuti che ho visitato ma ce ne sono davvero tantissimi, anche meno famosi e altrettanto affascinati, disseminati lungo la nostra incantevole penisola. C’è solo l’imbarazzo della scelta!

PER LAVORO O PER PIACERE SCOPRI I BORGHI ITALIANI

La pandemia ha inciso, in maniera sostanziale, sulla territorialità del nostro lavoro, facendoci riscoprire l’importanza di un cambio di paradigma mentale, abitativo e produttivo. Lo smart working in un borgo italiano non è più utopia. Dal centro alle periferie, ai piccoli borghi, alla ricerca di uno stile di vita più sostenibile.

Quest’anno ha decisamente rivoluzionato la nostra vita, costringendoci a rimettere tutto in discussione, ad uscire dalle nostre zone di comfort e a rivalutare ogni aspetto della nostra quotidianità da punti di vista diversi, alla ricerca di dimensioni e soluzioni più smart e di uno stile di vita più sano. Quello che possiamo fare è trasformare quindi i limiti del momento storico che stiamo vivendo in un’opportunità di cambiamento.

Diamo spazio a quello che realmente vogliamo fare e a chi vogliamo davvero essere, costruendoci la vita che magari abbiamo sempre sognato ma che non abbiamo mai avuto il coraggio di inseguire. Quale miglior momento quindi per rivalutare anche la propria dimora, alla riscoperta di piccoli comuni e luoghi dove il distanziamento è naturale e il contatto con la natura più immediato!

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